lunedì 8 giugno 2009

ELEZIONI EUROPEE, GIUSTO CATANIA: “GRAVE SCONFITTA, ORA SERVE UN PROCESSO UNITARIO DELLA SINISTRA”


“Il risultato delle elezioni europee consolida il bipolarismo in Italia e segna una pericolosa deriva xenofoba e razzista per il nostro Paese e per l’Europa. La frammentazione delle forze della sinistra d’alternativa ha rappresentato la causa principale della sua disfatta e la conseguente esclusione dal Parlamento europeo”. Lo afferma Giusto Catania, eurodeputato non rieletto e membro della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista nonché commissario della Federazione napoletana del partito.
“Occorre aprire una seria riflessione sulle ragioni di tale sconfitta, senza cercare il capro espiatorio né schematiche ricerche di responsabilità. La sinistra ha perso la sua battaglia nella società e occorre ripartire avviando immediatamente una riflessione sui nostri macroscopici errori e sulla pervasività della cultura delle destre.
È necessario – aggiunge - impedire la smobilitazione o che prevalga lo sconforto tra i militanti del nostro partito e della sinistra che, in questi giorni di campagna elettorale, sono stati straordinariamente generosi. Per questa ragioni è necessario avanzare, immediatamente, una proposta credibile che avvii un processo unitario della sinistra che parta dalla società, dalla condivisione delle opzioni strategiche e dai programmi”.
Secondo Catania non si può “dilapidare l’ultima parte del patrimonio di idee e di energia che ancora esiste tra i comunisti e nella sinistra italiana: abbiamo l’obbligo di intraprendere la strada della rifondazione della sinistra. Non possiamo permetterci altri passi falsi: sarebbero letali e consegnerebbero nell’oblio la storia e il futuro dei comunisti e della sinistra e rappresenterebbero una ulteriore vulnus democratico nel nostro Paese”.
Il suo commento su alcune grandi città, come a Napoli, il risultato elettorale dimostra “in modo inequivocabile che c’è ancora spazio per la nostra iniziativa politica. Sarebbe criminale – conclude - non cogliere i piccoli segnali di controtendenza che giungono dai territori, scegliendo di continuare a far prevalere personalismi e lacerazioni che hanno già prodotto troppi danni”.

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