mercoledì 13 maggio 2009

Giusto Catania: “L’Opg di Napoli è un vero e proprio carcere: va chiuso e superato”

Una delegazione guidata dall’europarlamentare Giusto Catania (Rifondazione Comunista - Sinistra Europea), vice-presidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento Europeo, si è recata in vista ispettiva all’ospedale psichiatrico giudiziario di Napoli.

”Registro con preoccupazione – ha dichiarato Giusto Catania – che, a oltre un anno dalla riforma della sanità penitenziaria, le condizioni di reclusione dei sofferenti psichiatrici internati siano lontane dal senso di umanità previsto dalla Costituzione”. La struttura è, dopo la chiusura per motivi strutturali del vecchio complesso di Sant’Eframo, ospitata oggi nel complesso penitenziario di Secondigliano e registra la presenza di circa 120 internati. Si tratta di persone con disagio psichico che hanno commesso un reato e che sono condannate a una misura di sicurezza prorogabile.

”Abbiamo verificato di persona – ha proseguito Catania - la presenza di decine di internati in celle spoglie e in condizioni di degrado, senza nemmeno un tavolo o una sedia per mangiare. Le celle non hanno la doccia e in molte non vi sono nemmeno i televisori. In altre celle sono presenti anche sino a cinque internati. In diversi casi abbiamo notato internati vestiti con abiti dismessi, scalzi, stesi immobili nei loro letti. Sono condizioni di detenzione improprie sia per un carcere che per una struttura che ha anche un compito di presa in carico sanitaria del sofferente psichico”.

”Dal registro abbiamo verificato come nella struttura si faccia ancora ricorso al letto di coercizione. Un internato ha trascorso persino la vigilia di Natale coercito, con mani e piedi legate al letto. Significa che qui il tempo si è fermato, come se non fossero trascorsi trenta anni dalla legge Basaglia. Ci sono internati che sono entrati per un semplice furto è sono detenuti da decine di anni. Alcuni di loro sono ormai anziani e potrebbero essere tranquillamente accolti in strutture residenziali protette se solo vi fosse la disponibilità di presa in carico dei servizi di salute mentale. Voglio riconoscere che, da parte degli operatori della Asl ci sia stato uno sforzo, ma è evidente che, allo stato delle cose, l’Opg di Napoli non ha perso nessuno dei suoi requisiti manicomiali. Per questo - ha concluso Catania - è un modello che va al più presto superato così come prevede la riforma della sanità penitenziaria e come impongono le raccomandazioni dell’Unione europea in materia di assistenza psichiatrica”.

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