sabato 23 maggio 2009

IL CANDIDATO AL COLLEGIO 1 PASQUALE DI VAIA SULLA DISCARICA DI CHIAIANO: "SCEMPIO AMBIENTALE"


Il candidato del Collegio 1, nella lista che appoggia Tommaso Sodano candidato presidente, Pasquale Di Vaia, ha inviato una lettera al presidente del Parco delle Colline, architetto Agostino Di Lorenzo in merito alla discarica di Chiaiano.
Ecco il testo:
“Più volte ho richiesto un incontro pubblico e non ottenendo nessun segnale in tal senso ho deciso di scrivere una lettera aperta per poter sottoporre a profonda riflessioni le ragioni forti e deboli che hanno permesso la progettazione, la realizzazione e l’apertura della discarica di Chiaiano. E’ ormai passato un anno dall’inizio della protesta antidiscarica. Abbiamo sfiorato il disastro ambientale per il ritrovamento di rifiuti tossici e pericolosi, del resto più volte denunciati alle autorità competenti; abbiamo assistito allo spot per l’inaugurazione dell’inceneritore di Acerra; la differenziata ancora al 19% e infine la discarica di Chiaiano-Marano è stata aperta.
Come Lei ben sa, nei giorni prima delle elezioni nazionali e subito dopo, i cittadini campani mortificati dai mezzi di comunicazione, diventano la vergogna del Paese; sono da terzo e quarto mondo, additati come camorristi o collusi, non vedono le file di camion che dal nord scaricano veleni. La politica campana viene descritta come insufficientemente ordinaria.
In nome dell’emergenza, il Parlamento Italiano ha approvato la legge 123, che per alcuni versi lancia la Campania in orbita, fuori dall’Italia e dall’Europa favorendo la gestione in deroga. Gli organismi giuridicamente predisposti a fare vengano esautorati a favore di un potere illimitato del commissariato. Questo punto ha permesso la progettazione, la realizzazione e l’apertura della discarica in un territorio in cui il dissesto idrogeologico è palesemente evidente e che invece avrebbe richiesto un razionale risanamento dell’intera area bacinale attraverso opere di sistemazione idraulico forestali e di rimboschimento, per assicurare la preparazione e la stabilità dei terreni.
Nella notte fra il 17 e il 18 febbraio, 200 uomini tra polizia e carabinieri in un vero e ingiustificabile blitz notturno, aprono la discarica da settecentomila tonnellate, creando una contraddizione senza precedenti. Viene aperta una discarica in un Parco Naturale in deroga ad ogni legge nazionale, regionale ed europea. Ebbene questa contraddizione non può passare inosservata e rappresenta ora una ragione forte, insieme al dissesto idrogeologico del territorio per chiudere la discarica. La cronaca giudiziaria di questi ultimi tempi ci fornisce inoltre un’ulteriore ragione forte per capire la scelta del sito strategico di Chiaiano, ebbene le decisioni, fino ad ora, sono state prese a partire dagli interessi in gioco, dai calcoli di convenienza e dal consenso in grado di suscitare, in una sola parola da presupposti irrazionali.
E’ contro questa irrazionalità che i cittadini di Chiaiano e di Marano si sono organizzati e da un anno democraticamente discutono, resistono e fanno controinformazione. A nulla valgono le deboli ragioni a favore della discarica, finanziamenti all’Ente Parco, la salvaguardia del territorio ad opera dell’esercito, la scelta del male minore rispetto ad una quantità maggiore di spazzatura, che un ettaro di discarica non compromette 35 ettari di Parco e infine i progetti da approvare. Per me e spero anche per Lei questa contraddizione va sanata e l’unico modo efficace per farlo è quella di chiudere definitivamente la discarica.
E’ decisivo sottolineare quanto importate sia iniziare un’opera di bonifica integrale del territorio del Parco, quanto importante sia salvaguardare il diritto alla salute di chi vive intorno alla discarica e quanto importante sia la rivalutazione dell’intera aria attraverso attività ecocompatibili con rilancio economico occupazionale. Chiaiano e il suo Parco è ormai nella città reale, rappresenta per Napoli un punto di riferimento e si chiede ai Politici, alle Istituzioni e gli Enti presenti sul territorio di prendere posizioni, senza paura, per la salvaguardia del bene comune. La discarica nelle cave va chiusa semplicemente perché è all’interno di un Parco Naturale e qualsiasi iniziativa tesa al recupero del territorio se non contempla questa evenienza è destinata al fallimento”.

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