giovedì 28 maggio 2009

INCENERITORE DI ACERRA: SFORATI I VALORI DI PM10 PREVISTI DALLA LEGGE


Altro che inquinare “come due automobili” e “prototipo da esportare” come sostenuto dal Presidente del Consiglio. I primi dati pubblicati dall’ARPAC, resi noti oggi da organi di stampa di rilievo nazionale, confermano le nostre ragioni e le nostre preoccupazioni per la salute dei cittadini di un intero territorio già compromesso dal punto di vista ambientale.

Per 17 volte, nei pochi giorni di funzionamento dell’inceneritore di Acerra (inaugurato il 26 Marzo), non ancora a regime, sono stati sforati i valori di Pm 10 consentiti dalla legge e sono state riscontrate nell’aria alte concentrazioni medie di Monossido di Carbonio e Idrocarburi Policiclici Aromatici. Il dato significativo è che il valore giornaliero di PM 10 non può superare i limiti di legge per più di 35 volte nel corso dell’anno civile.

E’ questo quanto riscontrato dall’Agenzia regionale in una nota trasmessa all’Osservatorio Ambientale che dovrebbe informare la popolazione e che a quanto ci risulta non ha ancora pubblicato alcunché sul proprio sito né intrapreso alcuna iniziativa tesa a tranquillizzare le popolazioni interessate. Questa notizia segue di poche ore quanto appreso sempre dalla stampa e riguardante l’operazione della Guardia di Finanza nella sede della Fibe che, sebbene sotto processo per truffa aggravata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture continua a lavorare per il completamento dell’impianto.

L’inceneritore di Acerra resta un ferro vecchio che nessuno voleva, definito nel parere di compatibilità ambientale del 1999 “a tecnologia non particolarmente innovativa”, emblema di un piano di smaltimento il cui fallimento è sotto gli occhi di tutti, voluto a tutti i costi, sebbene non siano rispettate le prescrizioni dell’aggiornamento della valutazione di impatto ambientale dettate nel 2005 dalla Commissione ministeriale VIA tra cui quella, ritenuta fondamentale dalla stessa commissione che nell’impianto si bruciasse solo il CDR conforme alle normative e non il rifiuto tal quale come sta avvenendo.

Tutto ciò mentre decine di camion provenienti da tutta la provincia continuano a scaricare tonnellate di rifiuti “tal quale” non nell’inceneritore ma su un’area ritenuta dal Consiglio di Stato non idonea allo stoccaggio delle ecoballe. Altro che fine dell’emergenza rifiuti! Che fine ha fatto la raccolta differenziata? Si stanno forse esaurendo le discariche di rifiuti indifferenziati? Gli ex impianti di CDR, oggi chiamati STIR, continuano ad andare in tilt? E dove è finita la bonifica?
Non sarà la militarizzazione del territorio ed il congelamento dei diritti democratici costituzionalmente garantiti altrove tranne che in Campania, a zittire la protesta civile che in questi anni abbiamo portato avanti lasciando tracce in tutte le sedi, da quelle istituzionali a quelle politiche e religiose, alle testate giornalistiche nazionali e internazionali, perché domani nessuno possa accampare l’alibi di non sapere.

Un elementare principio, quello di “precauzione” imporrebbe di fermare immediatamente i test dell’impianto e fare una vera e seria Valutazione di impatto ambientale e contemporaneamente ogni indagine utile a tutela della salute dei cittadini!

Noi intanto continueremo a tenere alta la nostra attenzione e la nostra vigilanza, proprio in queste ore di campagna elettorale perché la politica si assuma le proprie responsabilità. Ci siamo già attivati per richiedere un incontro immediato con il Commissario prefettizio del Comune di Acerra e con i responsabili delle competenti strutture sanitarie per conoscere le iniziative che intendono intraprendere a tutela della salute e a salvaguardia dell’ambiente perché a nessuno sia consentito, soprattutto in campagna elettorale, di sfuggire alle proprie responsabilità.

“Comitato Contro il Mega Inceneritore di Acerra” aderente al Movimento Campano per Rifiuti Zero

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