martedì 5 maggio 2009

LEGAMBIENTE: RAPPORTO ECOMAFIA 2009. CAMPANIA SEMPRE PRIMA.

La Campania si riconferma patria delle ecomafie italiane. La regione detiene per il quindicesimo anno consecutivo il primato di illegalità ambientale, gestione criminale di cemento e smaltimento di rifiuti. A dirlo è il Rapporto Ecomafia 2009 di Legambiente.Sono oltre 2.907 i reati ambientali commessi in Italia nel 2008. Di questi, quasi 573 avviene in Campania.

È la Campania a guidare la classifica delle regioni con il più alto tasso di illegalità ambientale, con circa il 15% dei reati commessi a livello nazionale.
Sono oltre 3.466 le persone denunciate per reati contro l’ambiente in tutta Italia e 1.693 i sequestri effettuati dalle forze dell’ordine al dicembre 2008. Nella sola regione campana, gli arresti e le denunce arrivano a 625 mentre i sequestri sono 262.
Circa 95 aziende sono coinvolge in smaltimento illecito dei rifiuti e abusivismo in Campania.

Quattro miliardi di euro il valore di un giro d’affari che coinvolge 77 clan camorristici e che si estende dall’ecomafia all’abusivismo edilizio e alla gestione truccata di appalti, anche nel settore agronomo e archeologico.

Centrale il business dello smaltimento illegale dei rifiuti. La Guardia di Finanza ha individuato circa 1035 discariche abusive – cifra sicuramente sottostimata rispetto ai dati forniti anche da Carabinieri e Corpo Forestale.
Si stima che negli ultimi tre anni siano stati smaltiti illegalmente in Campania oltre 13 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi. Una montagna di spazzatura alta come l’Etna, che equivale a circa 520 mila tir carichi di rifiuti.

Il giudizio sdegnato di Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania: “In Campania si sta uccidendo lentamente senza sparare, dove tra cemento e rifiuti si è saldata l’alleanza strategica tra la camorra ed i colletti bianchi.”

Critico anche il Procuratore Nazionale Antimafia, Pietro Grasso, che nella prefazione del Rapporto Ecomafia 2009 scrive: “In Campania prospera quel sistema criminale della camorra che si fonda sulla dissimulazione della reale natura dei rifiuti, prevede il controllo totale delle discariche abusive e spesso esercita attività estorsiva a carico delle imprese che si occupano dell’illecita attività. Senza contare che appartenenti alla pubblica amministrazione - in alcune circostanze - sono i primi conniventi di queste organizzazioni criminali, facilitando l’acquisizione di provvedimenti autorizzativi per impianti fatiscenti e tecnicamente carenti.”

Il business del cemento in Campania si posiziona come seconda emergenza ambientale, subito dopo lo smaltimento dei rifiuti.
Sono oltre 6000 le costruzioni abusive realizzate nel 2008 in Campania. Cifra che non tiene conto delle centinaia di piccoli abusi edilizi realizzati nei quartieri popolari.
Si tratta di 1.267 infrazioni accertate e di oltre 1.685 persone denunciate. I sequestri hanno coinvolto 625 beni immobili.

Abusivismo edilizio e investimenti nel settore del mattone continuano ad essere i migliori mezzi per riciclare i proventi di attività illecite.
È l’abusivismo edilizio l’accusa principale mossa al 67% dei comuni campani sciolti per infiltrazione mafiosa.

Drammatica la situazione dell’Agro Sarnese-Nocerino. Degli oltre 300 mila metri quadrati di territorio, un tempo destinati all’agricoltura, sono oggi invasi da cementificazioni abusive che occupano un’area di 158 chilometri quadrati.
Il 10% della popolazione dei comuni tra Angri e Roccapiemonte è stata denunciata per abusivismo, ma delle oltre 3.479 ordinanze di demolizione decise dalla procura, soltanto 42 sono state effettivamente eseguite.

Allarme anche per le località di prestigio per il turismo campano. Costiera amalfitana e cilentina, Paestum e Ischia sono invase dalla cementificazioni selvaggia.

Legambiente denuncia il primato campano dell’illegalità ambientale in Campania. Le cause della drammatica situazione sono da ricercarsi nella scarsa attività di controllo effettuata dalle amministrazioni e dall’incapacità di opporsi al controllo camorristico del territorio.


Negli ultimi tre anni si ipotizza che in Campania siano stati smaltiti illegalmente in tutta la regione circa 13 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni specie. Lo sottolinea Legambiente nel rapporto Ecomafia 2009 presentato oggi a Roma. In particolare, riferisce il rapporto, tradotti in camion, questi 13 mln di tonnellate significano ''520 mila tir che hanno attraversato mezza Italia per concludere i rispettivi tragitti nelle campagne napoletane, nell'entroterra salernitano, nelle discariche abusive del casertano o ancora, piu' recentemente, nei terreni scavati nel beneventano e nell'avellinese''. E citando i dati dell'Agenzia regionale per l'ambiente (Arpa), Legambiente sottolinea che sono 2.551 i siti da bonificare tra discariche, zone di abbandono incontrollato di rifiuti o sversamenti di residui industriali. (ANSA).

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